Presidenza di Barack Obama

Presidenza Barack Obama
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Capo del governoBarack Obama
(Partito Democratico)
Giuramento20 gennaio 2009
Governo successivoTrump
20 gennaio 2017

Barack Obama diventò presidente nel 20 gennaio 2009 con la cerimonia d'inaugurazione e relativo insediamento del presidente degli Stati Uniti d'America, per poi terminare dopo due mandati consecutivi il 20 gennaio del 2017. Barack Obama, esponente del Partito Democratico per l'Illinois, diventò il 44° presidente degli Stati Uniti d'America a seguito della vittoria decisiva contro il candidato del Partito Repubblicano John McCain alle elezioni del 2008. Quattro anni dopo, alle elezioni presidenziali del 2012, fu riconfermato contro l'avversario Mitt Romney. Gli è succeduto il repubblicano Donald Trump il quale ha vinto le elezioni presidenziali del 2016 battendo la concorrente Hillary Clinton. Obama è stato il primo presidente afroamericano, il primo non bianco e il primo ad essere nato nelle Hawaii.

Nel primo mandato, le sue azioni dovettero affrontare la grande recessione includendo un nutrito "pacchetto di stimoli", una parziale estensione dei tagli fiscali di Bush, una legislazione per riformare l'assistenza sanitaria, un grande progetto di riforma della regolamentazione finanziaria e la fine della massiccia presenza militare sul fronte della Guerra in Iraq. Il presidente nominò, nel ruolo di giudici della Corte Suprema, Elena Kagan e Sonia Sotomayor, la prima persona ispano-americana designata alla Corte Suprema. I Democratici controllarono entrambe le camere del Congresso fino alle elezioni di metà mandato del 2010 in cui i repubblicani ottennero la maggioranza nella Camera dei Rappresentanti. A seguito di ciò Obama e i Repubblicani arrivarono a una situazione di stallo prolungato sulle questioni inerenti ai livelli di spesa del Governo federale e il tetto del debito pubblico. In politica estera e in particolare contro il terrorismo, la nuova amministrazione cercò di ridurre il modello di Bush, incrementando l'utilizzo di attacchi aerei e delle Forze speciali e favorendo un maggior affidamento alle forze armate locali. L'amministrazione Obama fu artefice dell'operazione che portò alla morte di Osama bin Laden avvenuta il 2 maggio 2011.

Durante il suo secondo mandato, Obama prese provvedimenti per contrastare il cambiamento climatico, con la firma dell'accordo di Parigi e di un ordine esecutivo volto a limitare le emissioni di anidride carbonica. Obama seguì l'attuazione dell'Affordable Care Act e di altre legislazioni approvate durante il primo mandato; negoziò inoltre un accordo nucleare con l'Iran e rilassò il rapporto diplomatico con Cuba, avvenimento noto come il "disgelo cubano". Il numero di truppe nella Guerra in Afghanistan subì una forte diminuzione nel corso del secondo mandato, anche se continuò a rimanere un contingente militare attivo. Nel 2014, con le elezioni di metà mandato, i Repubblicani presero il controllo del Senato e da quel momento Obama continuò a cimentarsi con la sempre più forte opposizione congressuale sui temi della spese governative, dell'immigrazione negli Stati Uniti d'America, delle nomine giuridiche a altre questioni.

Nel corso della sua presidenza divennero effettive le sentenze della Corte Suprema sulla liceità costituzionale del matrimonio tra persone dello stesso sesso a livello nazionale, venne introdotto l'uso medico della cannabis in vari Stati, si riaccesero in parte le annose tensioni interrazziali e si tentò - ma senza grandi successi effettivi - d'introdurre un limite al possesso di armi da fuoco.


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